NO HAY HECHOS CONSUMADOS QUE VALGAN CUANDO HABLAMOS DE ACTIVIDADES DELICTIVAS QUE HIEREN MORTALMENTE LA VIDA COTIDIANA DE MILES DE PERSONAS, SU MEDIO, SU HABITAT, Y DEJAN EL FUTURO INMEDIATO MUTILADO, ENVENENADO, DIEZMADO...
BRINDISI ES LA PRUEBA DE QUE ALGO QUE REPUGNA AL SENTIDO COMUN, Y QUE SOLO LOS INTERESES PARTICULARES, INTERESES BASTARDOS, HACEN POSIBLE, SE PUEDE DEL MISMO MODO HACER QUE DEJE DE EXISTIR, QUE SE CIERRE, QUE ABANDONE EL LUGAR EN EL QUE JAMAS DEBIERA HABER SIDO LEVANTADA Y QUE AMENAZA DE CATASTROFE SIN SOLUCION POSIBLE.
CERREMOS REGANOSA
REGANOSA FORA DA RIA
Facemos seguir comunicación do Comité de Emerxencia para a Ría de Ferrol:
Existe un claro paralelismo de accións políticas corruptas e incumprimentos legais coa planta de GNL de Mugardos que merece ser tido en conta polos nosos gobernos (autonómico e nacional).
No caso de Brindisi son as primeiras autoridades, Provincial e Municipal, as que convocan e encabezan as manifestacións en contra da instalación da Planta. As mesmas que eiquí tentan convencernos de que "non pasa nada" e as que en troques de velar pola seguridade dos cidadáns, pola riqueza da ría, pola conservación dos postos de traballo da pesca e o marisqueo, están máis preocupadas de protexer os intereses económicos dun grupo privado de empresas.
En Italia, tralo rexeitamento dos cidadáns, en referendo, da instalación dunha Planta regasificadora na bahía de Venecia, surxe, no 2001, o proxecto de Brindisi, onde as compañías British Gas (Reino Unido) e Enel Trade (Italia), planifican a construcción dunha planta de almacenaxe e regasificación de GNL, no porto de Brindisi.
As Asociacións de Veciños, Culturais, Ecoloxistas, Traballadores do Mar, e o propio Concello de Brindisi e o Governo Provincial de Puglia, recorren a autorización de construcción ante o Goberno Central, ante os Tribunais e ante Europa, fomentando unha forte campaña de concienciación e movilizacións.
Actualmente o único accionista e British Gas, trala adquisición da participación de Enel Trade.
Varios altos cargos da compañía inglesa e o anterior Alcalde de Brindisi están arrestados mentras se desenrola unha investigación policial por sospeita de suborno.
Agora vense a demostrar que esta planta, o mesmo que a de Punta Promontorio, incumple a Directiva Seveso II, non se tiña feito a Avaliación de Impacto Ambiental, non se consultou a veciñanza, e tamén é rexeitada polos pescadores polos vertidos de auga de mar tratada con hipoclorito sódico. Ameaza tamén os núcleos de poboación. Supón un grave deterioro do potencial turístico e arqueolóxico. E agrávase no caso de Reganosa polo perigoso tránsito de buques gaseiros o longo da bocana e interior da nosa Ría e a imposibilidade de saida a mar aberto polos seus propios medios, caso de emerxencia.
O precintado da planta de Brindisi e a revocación de autorización por parte do Goberno de Italia, supón o éxito das movilizacións cidadáns na defensa das suas vidas, o seu entorno e o desenrolo sostenible.
Asemade ven a demostrar que os esforzos levados a cabo polo Comité Cidadán de Emerxencia, as Entidades que o integran, e os cidadáns que con él participan, levarános a facer realidade o noso lema:
¡¡¡ PLANTA DE GAS FORA DA RIA!!!
Comité Cidadán de Emerxencia
Mais información:
www.artabra21.blogspot.com
http://www.noalrigassificatore.it/
Proxecto de Regasificadora no porto de Brindisi na lolalidade de Capo Bianco
Il rigassificatore della British Gas è infatti tra i tre rigassificatori in Italia autorizzati e già in costruzione. Ma la Regione non intende gettare la spugna, e chiede la convocazione della conferenza dei servizi per verificare la legittimità dell’iter legislativo già concluso, nel quale è stata omessa la Via.
Non solo. Il rigassificatore sorgerebbe in un’area a rischio, in quanto estremamente vicina al petrolchimico. E un Dpr del 1998 dichiara Brindisi “area a elevato rischio ambientale”, definendo la zona del porto un “sito inquinato” e richiedendo pertanto particolare attenzione per i nuovi insediamenti.
Dal momento che il piano energetico pugliese prevede, inoltre, l’inserimento nel territorio regionale di un solo impianto di rigassificazione, le amministrazioni locali sperano che la scelta possa ricadere su Taranto, dove il progetto non sembrerebbe provocare reazioni particolarmente ostili.
La richiesta di autorizzazione presentata per Taranto è stata avanzata da Gas Natural, che ipotizza un investimento complessivo pari a un miliardo di euro. La scelta su Taranto dovrebbe escludere la localizzazione dell’impianto in territorio brindisino. La società spagnola sembra tuttavia intenzionata ad aprire i cantieri in pochi mesi, senza attendere l’eventuale stop ai lavori già avviati a Brindisi. Pericolo confermato dalla ferma posizione della British Gas a non interrompere i lavori alla luce della notevole spesa già affrontata, che stimerebbe pari a 150 milioni di euro.
Il governo blocca il rigassificatore di Brindisi
di Redazione - sabato 06 ottobre 2007, 07:00
Nuovo stop alla costruzione dei rigassificatori in Italia: il ministero dell’Ambiente, dopo la richiesta della regione Puglia, ha dato il via libera alla proposta avanzata da ministero dello Sviluppo economico di sospendere la costruzione e l’esercizio del terminale di rigassificazione di Brindisi. Lo afferma una nota dell’Ambiente il quale precisa che «l’autorizzazione è sospesa fino al completamento della procedura di valutazione d’impatto ambientale. Nel caso in cui la società Brindisi Lng non fosse disponibile all’espletamento della Via, non potrebbe che procedersi all’annullamento dell’autorizzazione». Oltre a quello della Edison a Rovigo, in costruzione avanzata c’è solo quello di British Gas a Brindisi, ora bloccato.
Brindisi - «Stop al rigassificatore» |
Dopo una sentenza del Tar, il presidente della Provincia, Errico, ed il sindaco Mennitti hanno chiesto ai ministri Bersani e Pecoraro Scanio ed al presidente della Regione Vendola l’annullamento del decreto di autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio dell'impianto |
BRINDISI – Il presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico ed il sindaco, Domenico Mennitti, hanno inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, al ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio ed al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, nella quale chiedono l’annullamento del decreto di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di terminale di rigassificazione nel porto di Brindisi. Con sentenza 3068/07 su ricorso della Provincia di Brindisi, il Tar della Puglia, Sezione di Lecce, ha annullato il verbale della conferenza di servizi decisoria del 20 giugno 2005, che tra l’altro restituiva agli usi legittimi l’area a mare di Capo Bianco compresa nel sito inquinato di interesse nazionale di Brindisi su cui la Brindisi Lng ha successivamente eseguito e non completato i lavori di colmata per il terminale di rigassificazione, e inoltre approvava il piano di caratterizzazione di tratto di arenile antistante sempre funzionale alla realizzazione dell’impianto. «Si tratta di una sentenza clamorosa quanto prevista - scrivono Errico e Mennitti - che contribuisce a ristabilire lo stato di diritto a favore della comunità brindisina, rendendo da un nuovo ulteriore punto di vista illegittimi i lavori eseguiti, a proprio rischio, nonostante diffide e contenziosi, dalla Brindisi Lng». Per il sindaco ed il presidente della Provincia di Brindisi, «il Tribunale Amministrativo ha ravvisato nella delibera a maggioranza in conferenza di servizi il non rispetto della legge 241/1990, art. 14 quater, dato il motivato dissenso espresso da amministrazione preposta alla tutela ambientale, della salute e della pubblica incolumità, la Regione Puglia, che aveva fatto proprie le osservazioni presentate dagli Enti locali in merito a messa in sicurezza di emergenza praticata dalla Brindisi Lng in assenza di piano di caratterizzazione complessivo dell’area, dunque di conoscenza alcuna dello stato ambientale e di conseguente progetto di bonifica». «Il Tribunale Amministrativo ha inoltre significativamente affermato - sottolineano il sindaco ed il presidente della Provincia di Brindisi - la necessità in questa materia di letture del sistema normativo che siano le più rispettose delle attribuzioni delle diverse Autorità interessate, e nello specifico e soprattutto di quelle riconducibili agli enti territoriali in quanto esponenziali degli interessi complessivi delle comunità locali». Alla luce di questo ulteriore determinante elemento, e del parere motivato della Commissione Europea del 18 luglio 2007, Mennitti ed Errico chiedono «di procedere senza indugio all’annullamento del decreto autorizzativo 17032 del 21.1.2003. Qualunque procedura alternativa risulterebbe alla comunità brindisina, che già ospita il più grande e impattante polo termoelettrico a carbone e a gas del Paese, un accanimento a sanare intervento invasivo regolare sotto nessun aspetto, in territorio la cui sensibilità ambientale è sancita dalle dichiarazioni di area a rischio di crisi ambientale e di sito inquinato di interesse nazionale». «Non esiste infatti ad oggi nella vicenda Brindisi Lng alcun aspetto di rilevanza amministrativa confortato da regolarità -scrivono nella lettera - tutto risulta oggi oggetto di indagine della Magistratura, che ha già ricostruito nella vicenda comportamenti di grave rilevanza penale con conferma di confessioni, e dopo sette mesi mantiene l’area sotto sequestro, con provvedimento giudiziario non riformato». «L'esercizio del potere di autotutela non può non tenere conto di tutto ciò, e non può non tenere conto tra gli elementi noti proprio di quelli più gravi e documentati attraverso atti giudiziari, quelli cioè che hanno assunto rilevanza penale, relativamente ai quali solo l’attribuzione delle responsabilità personali e dunque la comminazione di pene devono attendere il giudicato, non certo l’azione amministrativa, in particolare quella di secondo grado e correttiva. Una difforme determinazione - concludono sindaco e presidente della Provincia di Brindisi - risulterebbe in contrasto con il principio di buon andamento della pubblica amministrazione e persino con il comune buon senso». 20/9/2007 |
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